Il processo che permette di aumentare le qualità positive, di ridurre quelle negative e di aggiungere qualità in origine assenti ad una sostanza, prende il nome di samskara. Samskara, "l'atto di prestare altre proprietà ad una sostanza, significa, letteralmente, "fare bene", come nel proverbio: "tutto ciò che vale la pena di fare, vale la pena di farlo bene". Quando vengono trasformate in farmaci, le erbe, i prodotti animali e le sostanze minerali subiscono samskara: una sostanza "fredda" contiene sempre un po' di calore che può essere intensificato, così come un prodotto caldo può sempre essere raffreddato. Lo studio stesso della medicina consiste nell'imparare a creare nuove realtà, nuovi tratti del carattere e nuove inclinazioni nell'essere vivente attraverso samskara. I riti quotidiani e stagionali sono samskara, in quanto attività ripetute con cadenza regolare per mantenere l'ordine nell'individuo e nella società; trascurare queste consuetudini comporta il rischio sempre in agguato di regredire nel caos individuale e culturale.
Il primo samskara della tradizione vedica si ha quando, in genere entro il primo mese di vita, il neonato, attraverso l'imposizione del nome, viene presentato alla famiglia e ne diventa membro. Anticamente l'educazione del fanciullo iniziava fra i cinque ed i sette anni ed era seguita, fra gli otto e i dodici anni, dall'investitura con il filo sacro, un rito che, con il suo riferimento simbolico alla morte e alla rinascita, consacra il suo passaggio da adolescente a giovane uomo. Un antico proverbio indiano recita: "Tratta tuo figlio come un re per i primi cinque anni, come uno schiavo per i successivi dieci e come un amico per il resto dei suoi giorni". Ancor oggi i bambini indiani vengono viziati fino all'età di cinque anni e poi spronati senza pietà a studiare fino al conseguimento del diploma.
Benché questi samskara riguardassero e riguardino ancor oggi principlmente i maschi di casta alta o media, e solo raramente le femmine e i ragazzi di casta inferiore, essi continuano ad influenzare tutta la società; per esempio, la maggior parte di ciò che il popolo indiano conosce dell'Ayurveda è l'eredità dell'insegnamento della medicina preventiva, che in origine costituiva un samskara riservato a chi studiava i Veda, ma che, nel corso dei secoli, si è diffuso ad ogni livello della società. E per quanto l'applicazione di questi samskara possa essere limitata, da un raffronto con l'atteggiamento imperante in Occidente nei confronti dei bambini fin dall'antichità, emerge il loro valore latamente positivo: per la legge romana, il padre esercitava un controllo assoluto sul figlio, poteva ucciderlo o venderlo come schiavo, a propria discrezione. L'infanticidio, la tortura, l'abuso sessuale e l'abbandono erano fatti comuni in Occidente fino alla fine del Medio Evo e soltanto dopo lo situazione cominciò gradualmente a migliorare. La cultura decadente dell'Occidente contemporaneo mostra i primi segni di una regressione nella brutalità, perché la decadenza precede di poco la barbarie ed entrambe sono lontane dalla civiltà.
Soltanto una vita arricchita da samskara può essere veramente felice e gratificante. La stabilità e la salute della nostra famiglia e della società in cui viviamo hanno origine in noi, perciò, per essere davvero sani, dobbiamo essere patrioti, o meglio "matrioti", nel senso che dobbiamo amare incondizionatamente la nostra terra e fare il possibile per eliminarne i difetti. Tutto ciò con cui entriamo in contatto, la nostra patria così come il cibo, è "un essere in transizione", con il quale instauriamo un rapporto. Il risultato della creazione di molti rapporti sani ed ordinati, è la dolcezza.
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