venerdì 28 marzo 2014

Brano tratto dalla mia tesi del 2010 "Ayurveda e cooperazione : Interdipendenza e interazione umana attraverso il massaggio"

L'Ayurveda probabilmente è il sistema di medicina naturale più antico di cui l'uomo abbia memoria. E' un sistema non dogmatico né staccato dalla ricerca empirica, la cui combinazione di ipotesi razionali sostenute dall'applicazione pratica e dalla sperimentazione lo rendono estremamente flessibile e in grado di accogliere il contributo di chiunque concorra a migliorarne l'applicazione. Di conseguenza l'Ayurveda ha un atteggiamento molto aperto e liberale nei confronti degli altri sistemi medici con cui si può utilmente integrare. La storia dell'Ayurveda affonda le sue radici nel periodo vedico, risale cioè al 5000 a.C. o forse a un'epoca ancora precedente. Nei quattro Veda - Rig, Sama, Yajur e Atharva - troviamo ampi riferimenti a medicine, rimedi, metodi curativi e descrizioni delle diverse parti e degli organi del corpo umano. I testi classici dell'Ayurveda che sono giunti fino a noi, Charaka Samhita e Sushruta Samhita, sono stati redatti nella forma attuale probabilmente intorno al VII secolo a.C.; è difficile stabilire con esattezza l'epoca di Charaka e di Sushruta per mancanza di riscontri storici precisi, ma gli studiosi sono abbastanza concordi nel fare risalire il Charaka Samhita al VI o VII secolo a.C. In questi trattati vengono descritte le otto parti dell'Ayurveda:

    * Medicina Generale (Kaya)
    * Chirurgia (Shalya)
    * Trattamento delle malattie di orecchie, naso, gola, occhi (Salakya)
    * Psichiatria, Psicologia (Bhuta Vidya)
    * Pediatria (Kaumara Bhritya)
    * Tossicologia (Agada)
    * Scienza del ringiovanimento (Rasayana)
    * Sessuologia (Vajikarana)

Nello stesso testo troviamo la definizione di Ayus, vita, che è intesa come combinazione di quattro elementi:

    * corpo                                                   
    * organi dei sensi
    * mente
    * anima

L'Ayurveda si occupa di tutti gli aspetti del benessere, quello fisico, quello psichico e quello spirituale e si interessa di ciò che è normale tanto quanto di ciò che è anormale o patologico. Secondo l'Ayurveda la salute non è solo assenza di malattia ma è uno stato di continuo appagamento e di benessere, uno stato di felicità fisica, mentale e spirituale. Il concetto di equilibrio espresso dall'Ayurveda comporta non solo il perfetto funzionamento dei vari sistemi ed organi, della psiche e dello spirito, ma anche un rapporto di felice convivenza con tutte le creature, con i familiari, con gli amici, con il lavoro, con il clima e la cultura in cui viviamo, con i propri ideali, con le abitudini, con la verità, con il concetto che si ha di Dio, ecc. 
Ritornare alla nostra origine divina significa purificarci, liberarci dagli attaccamenti, possessi, per riconquistare quelle qualità divine che abbiamo perso. Ritornare all’Uno. 
“Le scritture (i Veda e gli Shastra), che furono ottenute, con la penitenza e il lavoro duro, dai saggi e veggenti che erano interessati al benessere dellumanità e alla sua liberazione, sono i serbatoi di filantropia (Hitha) più grandi; esse consigliano l’uomo a correggere la sua visione esteriore e sviluppare quella interiore. La realtà interiore è il fondamento su cui è costruita la realtà esteriore, è come il volante dellautomobile che dirige le ruote. Occorre essere consapevoli del fatto che Dio è la Realtà fondamentale, divenirne coscienti e rimanere sempre tali. Qualunque sia la difficoltà e la tempesta, non deviare da questa fede.”

lunedì 24 marzo 2014


“Se una persona pratica regolarmente il massaggio d’olio, il suo corpo non risente di ingiurie o del lavoro più duro. La sua struttura fisica diventa forte, flessibile ed attraente. Mediante questa pratica il processo dell’invecchiamento è rallentato” - (Caraka Samhita - Sutra Sthana cap.V, 88-89)


giovedì 20 marzo 2014

"Tutte le religioni, tutte le Sacre Scritture, tutti gli insegnamenti spirituali puntano su una verità sola: l'Unità del Divino. Potete professare qualunque fede, ma non dovete disprezzare la fede altrui. É un travestimento della devozione. Tutte le Scritture sono sacre, tutte le religioni cercano lo stesso Dio, anche se lo chiamano con nomi differenti. Purtroppo gli uomini cercano Dio nella religione, mentre si può trovare solo nella mente di ognuno. Dio é una realtá intimamente connessa con la vostra mente, perció potrete apprezzare la Divinitá quando avrete il controllo della vostra mente. Non esiste altro modo. Aprite i vostri cuori con l'Amore e la Santità dei pensieri, essi potranno farvi gustare e capire Dio." SSSB.
Jai Sai ram

martedì 18 marzo 2014

Nel libro “Alla conquista di un impero” di Emilio Salgari viene menzionato il Ghee :  
 “La colazione, abbondantissima, essendo tutti i volatili grossissimi, fu divorata in pochi minuti; poi tutti, Sandokan e Tremal-Naik eccettuati, si stesero sotto la fresca ombra delle palme, a fianco degli elefanti, i quali stavano consumando una enorme provvista di teneri rami e di foglie, non potendosi dare a loro né farina di frumento impastata, né la solita libbra di ghee per ciascuno, ossia di burro chiarificato.” 
 E.Salgari, La conquista di un impero, 1911

MFB

giovedì 13 marzo 2014

"Il Ghee e le sue molteplici proprietà

Sebbene oggi sia un po' più facile da trovare anche nella grande distribuzione, consigliamo di fare attenzione e procurarsene solo se certificato "bio", oppure di prepararselo da soli (ottenendo così un controllo certo sulla qualità del prodotto e un notevole risparmio economico).
Il burro che noi siamo abituati a consumare è formato in parte di acqua – circa 18% – e di un 2% di proteine solide. Il resto è grasso animale. È questa combinazione che lo rende pesante e nocivo alla nostra salute, ed è questa la ragione per cui è preferibile sostituirlo con il Ghee.

Preparazione
Il Ghee (o Ghi) è un burro chiarificato prodotto dal comune burro non salato, dopo averlo scaldato a fuoco lento per eliminare la parte acquosa, le proteine e il lattosio: basta prendere uno o più panetti di burro e farlo/i sciogliere a bagnomaria. Quando la caseina affiorerà sotto forma di agglomerati biancastri e schiumosi bisognerà rimuoverli per eliminare queste componenti solide.Infine si filtra il tutto con un colino a maglie molto strette o usando una mussolina e quello che si otterrà è il vero e proprio Ghee (l’eliminazione delle proteine animali e del lattosio fanno sì che sia generalmente ben tollerato da chi è allergico al lattosio). 
A temperatura ambiente appare moderatamente solido. Il colore è giallo, con tonalità più chiare o più intensamente dorate, secondo il contenuto di caroteni (questo dipende dal nutrimento delle mucche).
Assicuratevi che il Ghee si sia raffreddato a temperatura ambiente (questo gli permetterà di tornare in forma solida) e poi conservatelo in un recipiente in un luogo fresco e asciutto. Se è stato ben chiarificato, filtrato e ben riposto, il Ghee può durare per mesi (senza bisogno di essere conservato in frigorifero).

Ghee aromatizzato
È possibile aromatizzare il Ghee in modo da avere piatti più saporiti. Le spezie vengono avvolte in una tela di cotone e immerse nel burro sciolto. Per 1,5 Kg di burro si possono usare 3 cucchiai di cumino, oppure 2 di pepe in grani, bianco nero o verde. 
Per ricette particolari è possibile usare 25 chiodi di garofano, 2 cucchiai di semi di sesamo e un pezzetto di noce moscata. O ancora 5 cm di zenzero tagliati a pezzetti.
Naturalmente si può usare la spezia preferita per rendere personale il proprio Ghee. In questo modo non si ottiene un vero e proprio “Ghee Gruta”, in quanto l’Ayurveda prevede piante medicinali e dei procedimenti particolari, quasi dei riti, per la sua produzione, ma è comunque possibile avere un ottimo prodotto da cucina che rifletta i nostri gusti e le nostre esigenze!

Conservazione
Il Ghee si conserva perfettamente per lunghissimo tempo, anzi, come ho detto, più invecchia, meglio è. Non è necessario tenerlo in frigorifero (il Ghee resiste al deterioramento dell’azione chimica e da microrganismi). Bisogna chiuderlo molto bene e tenerlo nella dispensa, lontano dalla luce. Ogni volta che se ne prende un po’, bisogna utilizzare sempre un cucchiaino perfettamente pulito e mai umido o bagnato.

Composizione
Il Ghee è grasso puro al 100%. È ricco in acidi grassi saturi. Molti sono a catena corta, che normalmente il corpo utilizza velocemente per scopi energetici e quindi non immagazzina. Sono di facile assorbimento e digeribilità. La restante parte è costituita da acidi grassi monoinsaturi (27%) e acidi grassi polinsaturi (4-5%). Il grado d’assorbimento a livello intestinale è molto alto, circa il 96%, decisamente superiore al normale burro e a tutti gli altri grassi e oli.

Contrariamente alla propaganda della moderna e politicamente corretta dietologia, non bisogna temere nulla dai grassi saturi. Questi forniscono il 50% degli acidi grassi presenti nelle membrane cellulari. Senza di loro, la cellula non avrebbe la necessaria rigidità e non potrebbe sopravvivere, né funzionare adeguatamente. Le nostre cellule scelgono preferibilmente i grassi monoinsaturi e i grassi saturi da incorporare nella loro membrana.
I grassi saturi, inoltre, sono fondamentali per la salute delle ossa, abbassano i livelli di Lp(a), un indicatore di rischio cardiovascolare, proteggono il fegato dai danni dell’alcool e altre tossine e sono necessari per l’utilizzo degli acidi grassi essenziali (omega-3 e 6). 
Il grasso che circonda il cuore è altamente saturo e il cuore stesso “si nutre” volentieri di questi grassi, soprattutto quando è sotto stress.
L’acido stearico, grasso saturo presente anche nel Ghee, è uno dei suoi preferiti. Inoltre, gli acidi grassi a catena corta e media, questi ultimi presenti anch’essi nel Ghee, hanno importanti proprietà antimicrobiche intestinali. 
Un acido saturo a catena corta di estremo interesse che è presente nel Ghee è l’acido butirrico, che è in grado di impedire la trasformazione cancerogena delle cellule del colon.
Infine, il Ghee contiene anche delle preziosissime vitamine liposolubili (A, D, K, E – le vitamine A ed E sono antiossidanti e sono utili per prevenire le lesioni ossidative del nostro corpo) e l’acido linoleico coniugato, che ha dimostrato proprietà antitumorali. Oltre alla vitamina E il Ghee contiene beta-carotene, entrambi antiossidanti conosciuti.
Il Ghee contiene circa l’8% di acidi grassi saturi, percentuale che lo rende facilmente digeribile. Un livello cosi basso di acidi grassi saturi lo rende commestibile, e tale livello non è riscontrabile in nessun altro olio commestibile o grasso. Nessun altro grasso commestibile o olio contiene vitamina A, eccetto l’olio ricavato dal pesce.

La vitamina A mantiene integro il tessuto epiteliale dell’intero corpo, inoltre mantiene il rivestimento esterno del bulbo oculare umido e previene la cecità. Come detto in precedenza, durante la preparazione del Ghee la proteina “caseina” viene rimossa e diversi studi sugli animali hanno dimostrato che la caseina aumenta il colesterolo.
Il punto di fusione del Ghee è di 35 gradi che è inferiore alla normale temperatura corporea umana. Il suo coefficiente di digeribilità, o livello di assorbimento è del 96%, che è il più elevato fra tutti gli oli e i grassi testati. Per questa ragione la maggior parte dei preparati Ayurvedici sono fatti con il Ghee.
Digestione, assorbimento e mantenimento del sistema organico sono l’obiettivo cruciale per ottenere il massimo beneficio da qualsiasi formulazione. Questo viene facilitato dal Ghee. Gli ingredienti attivi mescolati con il Ghee, sono più facilmente digeribili ed assorbibili. 
L’azione lipofila del Ghee ne facilita il trasporto e la consegna ad un organo, dentro la cellula, perché anche la membrana della cellula contiene lipidi. Questa natura lipofila del Ghee facilita l’entrata della formulazione nella cellula e la sua consegna al mitocondrio, microsomi e membrana nucleare.
Nel processo di valutazione delle attività del composto naturale, basata su l’utilizzo di mezzi i ricerca sofisticati, si è visto che quando le erbe sono mescolate con il Ghee, la loro attività ed utilità è potenziata per molto tempo. 
Anche per quanto riguarda il colesterolo contenuto nel Ghee (8 mg per cucchiaino) non si deve temere nulla. Il consumo di Ghee a scopi e dosaggi terapeutici non influisce sui valori di colesterolo del sangue, come suggeriscono alcuni studi scientifici e la pratica clinica. In alcuni studi su animali, addirittura ha mostrato di ridurre le LDL (il colesterolo considerato “cattivo”). Questo effetto pare dovuto ad un aumento del flusso biliare che si verifica dopo il consumo di Ghee.
Se poi è prescritto sulla base di una valutazione costituzionale (Vata, Pitta e Kapha), allora il problema davvero non sussiste. Va ricordato che il colesterolo è di fondamentale importanza per la nostra salute, dà forma e rigidità alle cellule e le rende più resistenti alle aggressioni microbiche. 
Fa parte della struttura dei recettori di membrana che servono per gli scambi d’informazioni e di sostanze tra le cellule e l’ambiente esterno – in particolare, è necessario per il funzionamento dei recettori della serotonina (sostanza legata alla sensazione di benessere) che si trovano nel cervello.
Bassi livelli di colesterolemia sono stati associati a comportamenti violenti, aggressivi e a stati depressivi. Il colesterolo, inoltre, assolve ad indispensabili funzioni di riparazione tissutale. Senza un suo adeguato rifornimento, il corpo non può rimpiazzare le cellule danneggiate o invecchiate, rinnovare i capelli, le unghie, riparare ferite e i danni a livello muscolo-scheletrico. Il colesterolo ha anche dimostrato proprietà antiossidanti.
L’ipercolesterolemia spesso indica che il corpo ha bisogno di maggiore colesterolo per proteggersi e riparare i danni operati dai radicali liberi più che essere una causa delle lesioni delle arterie, come la “Teoria Lipidica” vorrebbe farci credere. L’attuale mania di mangiare “scremato”, “senza colesterolo”, “magro” è un’assurdità tutta moderna, che non fa né bene, né aiuta a prolungare la vita.

Il Ghee in cucina
Il Ghee è un ottimo grasso per cucinare, tiene bene le alte temperature e non brucia come il burro. Infatti, ha uno “smoke point” (temperatura a cui brucia) che si aggira sui 190.5°C (il burro = 176.6°C). 

Lo si può utilizzare al posto di tutti gli altri grassi, per qualsiasi uso, anche per friggere (decisamente da preferire rispetto agli oli di semi ricchi di acidi grassi polinsaturi, che con le alte temperature si frammentano facilmente in pericolosi radicali liberi – altro che oli sani per il cuore!): non fa né fumo né schizzi e non brucia.
Può essere spalmato sul pane, messo nei per i dolci, e perfino sciolto e usato per condire l’insalata…o preso a cucchiaini a digiuno come valido aiuto in caso di gastrite!
Agli Indiani il merito di aver introdotto nella loro cucina il Ghee, il miglior sostituto del burro (nella mitologia Indù. Prajapati, signore di tutte le creature, ha prima creato il Ghee sfregando le mani l’una contro l’altra poi ha dato origine alla sua progenie gettandolo nel fuoco – nelle cerimonie vediche il Ghee viene versato nel fuoco come atto simbolico per rivivere la creazione). 
Faremmo bene a imitarli, rinunciando alla margarina. “Trovare un surrogato del burro”: l’ordine fu impartito da Napoleone in persona e portato a termine dal chimico Hyppolite Mège Mouriès che per il suo imperatore creò la margarina. Era il lontano 1869 e a causa dell´embargo imposto dagli Inglesi la Francia rischiava di rimanere a corto di burro. La margarina risollevò invece le sorti della cucina francese (non quelle di Napoleone però) e da allora è rimasta il sostituto doc del burro.
Ma ora vede questo suo primato scalzato dal Ghee indiano. Questo prodotto, pur non godendo di natali reali, è un’alternativa al burro ben più salutare della margarina. 
La margarina non può essere considerata un cibo salutare perché, sebbene non presenti tracce di colesterolo, è un prodotto che ha subito un lungo processo di lavorazione: è ottenuta mediante una serie di trattamenti chimici (idrogenazione o transesterificazione) e contiene molti additivi (conservanti, emulsionanti e talvolta anche coloranti e aromatizzanti). È meglio evitare di sostituire il burro con la margarina. Si consiglia invece di utilizzare il Ghee.

Biologico è meglio
Nel Ghee di origine non biologica sono stati trovati residui di pesticidi, sebbene in quantità inferiore rispetto al burro normale. È un vero peccato che un così prezioso dono della natura venga inquinato da sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene. Scegliete un Ghee biologico (organic Ghee) o, se lo si fa da soli, usare sempre un buon burro biologico.

Il Ghee secondo la Medicina Ayurvedica
Il Ghee è tenuto in somma considerazione nell’Ayurveda. È utilizzato nei cibi e nella preparazione di numerose medicine. Pacifica soprattutto Vata e secondariamente Pitta ed è un po’ meno indicato per Kapha. Significa che i tipi Vata ne possono consumare di più dei tipi Pitta e questi ultimi di più dei tipi Kapha.
È nutriente e indicato soprattutto negli stati di debilitazione, consunzione e convalescenza. Facilita la digestione, l’assorbimento e l’assimilazione del cibo. Nutre il midollo, l’apparato riproduttore (ottimo nei problemi d’infertilità) e migliora la qualità di Ojas, l’essenza sottile dei tessuti dell’organismo, che governa l’intelligenza del corpo e della mente. 
Da Ojas non dipende solo il nostro benessere e la capacità di difenderci dalle aggressioni delle malattie fisiche, ma è ritenuto necessario per il pieno sviluppo delle nostre capacità mentali e spirituali.
Rafforza il cervello e il sistema nervoso ed è considerato un Rasayana (sostanza che allunga la vita) proprio perché agisce sul tessuto nervoso (Dhatu Majja) nutrendolo. Migliora l’intelligenza, la comprensione, la memoria, il potere della vista e anche la voce. Rafforza il fegato e i reni. 
È il miglior tipo di grasso per il corpo e in assoluto è il migliore per il fegato. Sana le ulcere gastrointestinali ed è indicato nelle coliti. Allevia la febbre cronica, i disordini del sangue ed è utile per la disintossicazione. Equilibra Agni o fuoco digestivo, da cui dipende la salute dei singoli tessuti e dell’intero organismo. Lubrifica il connettivo e rende il corpo più flessibile.
Esternamente è nutriente per la pelle e facilita la guarigione delle ferite. È lenitivo per gli occhi: ottimo per la vista debole, per la fotofobia e tutte le infiammazioni (da mettere direttamente sull’occhio). Applicato un poco nel naso nutre il cervello.

Preparazioni medicinali
Tradizionalmente, il Ghee viene mescolato a sostanze medicinali per aumentarne l’assorbimento a livello intestinale. È considerato anupana, cioè un “veicolo”. Infatti, le erbe amalgamate con il grasso del Ghee attraversano più velocemente e facilmente la barriera cellulare che è composta da un doppio strato lipidico. Il Ghee ha la capacità di trasportare le proprietà medicamentose delle erbe e minerali in tutti e sette i tessuti.

Via interna: pacifica Pitta. Contro ulcera, gastrite, evacuazione frequente e feci poco formate. Sciogliere un cucchiaino in un po’ d’acqua calda e bere al mattino a digiuno, 20′ prima della colazione. Come “pronto soccorso” per bruciori di stomaco: mezzo cucchiaino deglutito con acqua calda. Assunto con un’eguale quantità di miele aiuta la vista. Essendo comunque un grasso riduce Vata alleviando gonfiori e stitichezza.
Via esterna :Agisce in vari modi: massaggi; applicazioni, ossia spalmando una quantità moderata di Ghee, coprendo con una garza o lasciandolo all’aria a seconda delle necessità; impacchi: la quantità sarà maggiore e la parte viene avvolta con bende o pellicola trasparente.
Massaggio leggero: per far riassorbire capillari e disinfiammare varici e vene evidenti.
Applicazioni: cicatrizza ferite ed abrasioni, contro arrossamenti, eritemi, scottature, anche solari. Infiammazioni cutanee.
Impacchi: per strappi muscolari e contratture, tendinite ed infiammazioni. 

Ghee medicati
Sono delle speciali preparazioni a base di Ghee e decotti di erbe. Per esempio, il Brahmi Ghrita, che contiene Centella asiatica, Calamo aromatico, Saussurea lappa, Convolvulus pluricaulis e Ghee ha un’ottima azione sedativa e tonica per il sistema nervoso.Per i Ghee medicati, possono essere usate anche le erbe della tradizione fitoterapica occidentale. Per esempio, un Ghee medicato a base d’Equiseto è indicato per l’osteoporosi e per i problemi di mineralizzazione.

Ghee medicato – Preparare un decotto con 16 parti di acqua e 1 parte di erba secca. Fare bollire lentamente fino a ridurre ad un quarto. Alla fine, filtrare ed eliminare il residuo di erbe, non prima di averlo pigiato bene. Il decotto si miscela in parti uguali con il Ghee e poi si mette a bollire molto lentamente fino a far evaporare tutta l’acqua. Mescolare continuamente ed evitare di bruciarlo. Quando è pronto, versarlo in un contenitore di vetro e lasciarlo raffreddare. Chiuderlo bene e conservarlo fuori dal frigorifero, al riparo dalla luce.

Ghee invecchiato (Purana Ghrita)
Secondo l’Ayurveda il Ghee più potente è quello invecchiato. È considerato “vecchio” dopo almeno un anno, ma ce se non alcuni che hanno 10 e più anni e addirittura pare che in India qualcuno custodisca gelosamente dei Ghee centenari. Si dice che un Ghee molto vecchio possa guarire qualsiasi malattia.
Cotto con estratto di cumino, piper longum, fieno greco, withania somnifera, si ottiene un prodotto particolare, il Ghee Gruta. Il Ghee Gruta è un alimento rinfrescante, riequilibrante per tutti e tre i Dosha e in particolare per Pitta e quindi per tutti i problemi di pelle, di eruzioni, bruciori. È più digeribile degli altri grassi e facilita l’assorbimento degli altri elementi nutritivi. Come tutti i preparati Ayurvedici non è solo un alimento, ma anche un medicinale."

Tratto da Olistic.it

** Nulla di ciò che è riportato in questa rubrica va interpretato come parere o consiglio medico o, in alcun modo, come sostitutivo di terapie mediche.**


Il Ghee e il suo uso in Ayurveda

Le molteplici caratteristiche e qualità del Ghee lo rendono assolutamente inscindibile dalla medicina ayurvedica infatti l'Ayurveda, o Scienza della Vita, senza Ghee non è nemmeno pensabile. Viene utilizzato da tempo immemorabile per la preparazione del cibo e l’Ayurveda  riconosce nel Ghee uno dei mezzi più efficaci per il ringiovanimento, ha qualità rinfrescanti,  ottimo antiossidante. Il Ghee è un burro chiarificato adoperato nella cucina indiana e in numerosi paesi asiatici tra cui il Bangladesh, il Nepal, lo Sri Lanka, il Pakistan e l'India. Si tratta di burro privato dell'acqua, della componente proteica e del lattosio, pertanto con un contenuto di grassi superiore a quello del burro standard; a differenza dell'olio d'oliva mantiene le sue caratteristiche anche quando è utilizzato per cuocere a temperature più elevate. Vale come elisir di vita, perché ha l'effetto di ringiovanimento e di rigenerazione delle cellule.
Il Ghi (dalla lingua hindī ghī a sua volta dal sanscrito ghta; come anglicismo anche ghee). 
Il Ghee ha molteplici usi, interni ed esterni, è un elemento nutrizionale di base, da usarsi in ogni buona cucina e da tenere in ogni casa come rimedio farmaceutico-casalingo. È usato per la produzione di cosmetici e di preparati ayurvedici. II Ghee insieme all'acqua è la cosa più importante per la purificazione del corpo. È assorbito facilmente dall'intestino per affluire direttamente alle cellule del corpo; aiuta a bilanciare lo stress e il nervosismo degli uomini del nostro tempo. Nella medicina Ayurvedica il Ghee è considerato anupana, cioè un veicolo, e quindi viene tradizionalmente mescolato a sostanze medicinali per aumentarne l'assorbimento a livello intestinale. Infatti, le erbe amalgamate con il grasso del Ghee attraversano molto più velocemente e più facilmente la barriera cellulare, la quale è composta da un doppio strato lipidico. Il Ghee quindi ha la capacità di trasportare le proprietà medicamentose delle erbe e minerali in tutti e sette i tessuti.
Secondo l’Ayurveda inoltre il Ghee più potente sarebbe quello invecchiato (Purana Ghrita). È considerato vecchio dopo almeno un anno, ma ce ne sono alcuni che hanno anche oltre 10 anni, e addirittura sembra che in India qualcuno custodisca gelosamente dei Ghee centenari. Si dice che un Ghee molto vecchio sia in grado di guarire moltissime malattie.  
Già nel risorgimento era conosciuto accanto al bestiame e frumento come una ricchezza chiamata: l'oro liquido.  
Non necessita di refrigerazione, è facilmente digeribile (ogni altro olio o grasso ad alte temperature diventa difficilmente digeribile) ed il suo gusto leggermente dolce rende le pietanze più raffinate e piene nel gusto. Il Ghee è l'unico grasso che aiuta il corpo anziché appesantirlo, aiuta a mantenere il colesterolo bilanciato. Ottimo per soffriggere spezie, per insaporire le verdure a vapore e per insaporire il pane con le spezie varie (come fosse burro normale).   
Il Ghee come rimedio casalingo : è possibile usarlo sia internamente, sia esternamente. Per questo è ritenuto un rimedio universale. Già dopo poche ore dal parto, la madre dà al suo bambino poche gocce di Ghee, che è ottimo anche per la pelle sensibile del nascituro. La madre lo prende come rilassante oltre che come digestivo. L'uso del Ghee durante i pasti elimina dal corpo congestionamenti pre-esistenti.    
Al mattino protegge la pelle del viso, e si può usare anche come dopobarba; applicandone un poco nelle narici le pulisce e le protegge dai raffreddori; applicato la sera sotto i piedi aiuta ad avere un sonno salutare. Preso con il latte caldo ci aiuta a dormire meglio e nello stesso tempo al mattino si andrà regolarmente in bagno. Per gli occhi stanchi aiuta a togliere l'affaticamento e rinforza la vista durante la notte. È molto adatto per togliere il trucco; protegge la pelle delle mani che tende a screpolarsi col freddo ed inoltre toglie lo sporco difficile dalle dita. Infine è un buon rimedio per togliere le macchie difficili come olio dai vestiti (assorbe molto bene), o per rinfrescare e ridare bellezza alle superfici come metalli, legno o materiale plastico.   
Il Ghee in medicina : nella farmacopea Ayurvedica esistono molti preparati che contengono come sostanza di base il Ghee. Questo Ghee usato in medicina contiene diversi estratti di piante medicamentose, che sono preparati con delle regole ben precise, e poi mescolati insieme al Ghee. È un rimedio ayurvedico che ha molteplici usi, come già espresso: internamente come medicina per determinate e specifiche malattie; esternamente usato come crema da massaggio o come impacco e frizione. Il potere terapeutico del Ghee come Rasayana (potere di guarigione naturale) combinato insieme alle erbe medicinali potenzia il loro potere curativo: ogni terapia ayurvedica inizia con una cura di Ghee, poiché nient'altro lega le scorie presenti  nel corpo, come il Ghee. Sulla lista degli elementi che riescono a legare a sé i radicali liberi, al primo posto, lontano dalla vitamina A ed E che arrivano molto dopo, c'è proprio il Ghee, che ha sul nostro corpo l'effetto di allungare la vita, se usato costantemente.   
Il Ghee rafforza i meccanismi di difesa del nostro corpo e il sistema immunitario, toglie il senso d'ansia e di nervosismo, purifica l'organismo da eventuali scorie, aiuta la produzione dell'OJAS (la nostra parte di radiazione, irraggiamento), nutre e rafforza il tessuto corporeo e i suoi sette componenti (plasma, sangue, ossa, midollo osseo ed i nervi), bilancia inoltre tutti e tre i principi del metabolismo (Vata, Pitta, Kapha = vento, fuoco, acqua) riduce il colesterolo, tranquillizza i nervi, rende le articolazioni più sciolte e fluide. Migliora le funzioni del nostro cervello, migliora l'intelligenza e la memoria, rafforza il fegato, pacifica i bruciori di stomaco, scioglie le tossine e toglie l'acidità del corpo, stimola la secrezione, crea e rende la pelle morbida, elastica, tonica e liscia.   
Il Ghee e il suo contenuto  (composizione). Contiene le seguenti sostanze minerali: Na, Ka, Ca, Ph, Mg, Fe - Contiene le vitamine A, E Niacin - Contiene importanti grassi vegetali non solidi - Contiene importanti acidi non saturi - È esente da proteine animali - È esente da elementi aggiunti.    
Il Ghee e la sua conservazione: un buon Ghee dura nel tempo e non va mai a male. Secondo i testi ayurvedici il Ghee vecchio di 100 anni cura le malattie. Si può tenere a temperatura ambiente in quanto non necessita di essere conservato al fresco. Non sopporta l'umidità. Si consiglia di tenerlo in un recipiente dove non prenda luce. Reperibile presso tutti i negozi di alimentari etnici, può essere facilmente preparato in casa, lasciando sobbollire a fuoco molto basso la quantità di burro desiderato. La cottura ha una durata di circa un'ora, durante la quale l'acqua evapora, una parte delle proteine viene a formare una schiuma che può essere eliminata mediante una schiumarola mentre un'altra parte caramellizza e si deposita sul fondo. Il burro caldo viene quindi filtrato per allontanare i residui e posto in vasetti di vetro ermetici. 
Ghee aromatizzato : è reperibile in commercio per ottenere piatti più saporiti. Le spezie e le erbe aromatiche vengono solitamente immerse nel burro sciolto, ossia durante il processo di produzione e non successivamente all'ottenimento del ghee.    
Queste le erbe e le spezie maggiormente utilizzate:
                                                                                     Basilico
Cardamomo
Cannella
Coriandolo
Cumino
Finocchio
Aglio
Ginger
Lavanda
Noce moscata
Origano
Zafferano                                                      Dragoncello
Timo
La struttura, il colore e il gusto del Ghee sono piuttosto variabili perché questi fattori dipendono strettamente dalla qualità del burro di partenza e dalla durata della bollitura. Il burro di partenza è fondamentale che sia biologico, il latte proviene da mucche trattate con umanità ovviamente!   
Il punto di fusione del Ghee è di 35 gradi, cioè inferiore alla normale temperatura corporea umana. Il suo coefficiente di digeribilità o livello di assorbimento è del 96 per cento, ossia il più elevato fra tutti i grassi e gli oli alimentari.

Ciaoooooooooooo :-)




mercoledì 12 marzo 2014

Bella Catania!

L'arrivo della primavera

Con l'arrivo della primavera, con il cambio di stagione rientriamo perfettamente nel concetto di Ritucharya, ovvero l'attenzione alla stagionalità, al cambiamento climatico che dall'inverno (più o meno rigido) che aumenta Vata, ci porta alla rinascita primaverile sotto ogni aspetto che aumenta Kapha. 
La routine stagionale (Ritucharya), prevede secondo quanto indica la tradizione ayurvedica, un accompagnamento del corpo verso la depurazione dalle tossine (Ama) accumulatesi durante la stagione invernale, la pulizia degli organi interni per mantenere in equilibrio i dosha senza soffrire dell'aumento del Kaphadosha che comporta problemi linfatici, di muco in tutto il corpo in ogni sua forma, ovvero dal raffreddore alla sinusite, dalla pesantezza agli arti inferiori alla letargia, dalla ritenzione di liquidi alla cellulite. Fra i trattamenti che l'ayurveda propone, ce ne sono 2 che voglio attenzionare, il primo per sciogliere le tossine accumulatesi durante la stagione fredda, il secondo per rivitalizzare: 1) Snehana, oliazione del corpo, in questa fase la persona riceverà vari tipi di massaggio idonei alla sua costituzione ayurvedica, almeno un ciclo. 2) Kapalabhati, che letteralmente significa "pulizia del cranio", un potente pranayama, tecnica respiratoria che ha un potente effetto purificante. Non è facile imparare Kapalabhati da soli ma si può tentare la descrizione della tecnica che è unicamente diaframmatica. Seduti in una posizione confortevole con la schiena dritta (come in Padmasana o Vajrasana) e gli occhi chiusi, si inizia con una lunga, lenta, profonda inspirazione con il naso, seguita da un'espirazione nasale. Con un residuo minimo di aria rimasta nei polmoni si inizia una prima serie di inspirazioni-espirazioni, rapide e forti; si espira contraendo in modo energico il diaframma. L’inspirazione avviene in modo spontaneo ed automatico con il rilassamento della contrazione rapida della parete addominale che ha prodotto l’espirazione. L’unica “attenzione” è dunque per l’espirazione che deve avvenire con una successione quanto più possibile rapida (ma non con sforzo) delle respirazioni. All’inizio, per imparare, si possono eseguire delle espirazioni volontarie molto intense contraendo con forza l’addome e poi rilassando immediatamente la muscolatura a fine espirazione, permettendo così l’inspirazione passiva, comunque io consiglio di farlo in presenza di un bravo istruttore yoga...è molto più interessante. Nel Kapalabhati si compie anche il gioco dei banda, il Mahabandha (il grande legaccio o contrazione): mento su forchetta sternale (Jalandharabandha), contrazione diaframmatica (Uddhyanabandha) e contrazione del perineo (Mulabandha).
L'effetto positivo di questa tecnica è che permette di eliminare una grande quantità di anidride carbonica, pulendo i polmoni in profondità. In più consente lo svuotamento e la pulizia dei seni nasali, liberandoli dal muco in eccesso. Senza contare che con una pratica costante e mirata di Kapalabhati si riesce ad attivare e rinvigorire fegato, milza, pancreas e tutta la funzione digestiva ne trae vantaggio.
Questa volta ho voluto semplicemente accennare al nesso inscindibile fra yoga e ayurveda, entrambe arrivate a noi per il benessere più profondo di noi stessi, esseri viventi collegati al Tutto.
Ringrazio per tutto ciò.
Namaskar
MFrancesca

Ayurveda : uno stile di vita sostenibile


martedì 11 marzo 2014

Oggi ho preparato una zuppa di toor dal accompagnandola con riso basmati allo zenzero.
Sto tornando! Rientro con semplicità, come se non ci fosse alcun lasso di tempo trascorso dall'ultima volta che ho qui scritto.