Nella cultura occidentale, ossessionata dal peso e
sovralimentata, la parola “dieta” è diventata sinonimo di regime volto al
dimagrimento perdendo così il suo significato originario ovvero quello di “modo
di vivere” (dal latino diaeta, a sua volta dal greco δίαιτα, dìaita). Si
mantiene fedele allo spirito originario la scienza medica ayurvedica che
conferisce all’alimentazione un ruolo fondamentale per la salute dell’individuo.
Alimentazione che non si limita solamente alla quantità e qualità del cibo
ingerito, ma che comprende anche l’attitudine verso il cibo che prepara nonché
i pensieri della persona nel momento in cui si nutre. Afferma Maharishi:
"Influiscono sul cibo la qualità dei pensieri, la conversazione durante i
pasti e la compagnia”.
…Come è evidente, siamo lontanissimi dal panino consumato
frettolosamente in piedi al bar…
Un protagonista dell’alimentazione secondo l’ayurveda è
Agni, cioè il “fuoco” che digerisce gli alimenti e permette di separare i
nutrienti dagli scarti. Ogni attività metabolica dipende dall’opera di Agni che
svolge una funzione assimilabile a quella degli enzimi digestivi. Per
assicurarsi una buona digestione, la prima cosa da fare è mantenere in salute
Agni adottando dei semplici accorgimenti. Ad esempio, mangiare solo quando si
ha fame, non consumare troppi pasti, non alterarsi o innervosirsi mentre si
mangia, mantenersi leggeri la sera.
Queste indicazioni di buon senso possono aiutarci a migliorare
il nostro rapporto con la tavola e a mantenere il nostro fuoco sempre in
salute. Come vedremo, esso svolge un ruolo fondamentale per l’intero processo
di assunzione del cibo.
Da un punto di vista ayurvedico, non è possibile stilare un
decalogo di regole assoluto secondo le quali l’individuo dimagrisce o, meglio
ancora, si potrà assicurare la perfetta salute. Questo perché, secondo tale
sistema medico, ogni individuo appartiene ad uno specifico tipo psicosomatico
esemplificato dallo schema dei dosha il cui equilibrio viene influenzato dagli
alimenti. Più specificatamente sono i “gusti” (Rasa) che si interfacciano con i
dosha. Secondo i testi classici i gusti sono sei e sono correlati ai dosha nel
seguente modo:
DOLCE: accresce kapha
ACIDO: accresce kapha e pitta
SALATO: accresce kapha e pitta
PICCANTE: accresce pitta e vata
AMARO: accresce vata
ASTRINGENTE: accresce vata
Il “trucco” è combinare in modo sapiente questi elementi - che devono esserci tutti in una dieta equilibrata - proporzionandoli secondo le nostre particolari esigenze.
I primi tre gusti che abbiamo visto, dolce, acido e salato,
sono detti anche “pesanti” perché aumentano kapha, mentre gli altri tre,
piccante, amaro e astringente, sono definiti “leggeri” in quanto diminuiscono
kapha e hanno un effetto catabolico.
Dunque se si ha la necessità di perdere peso, si porrà
particolare attenzione ai primi tre sapori, il cui eccesso può causare obesità,
diabete e malattie cardiovascolari. Vanno dunque limitati i cibi dolci e salati
a beneficio dei sapori piccanti, amari e astringenti; spezie come lo zenzero,
la curcuma e il cumino son dunque considerate utili per dimagrire perché
accelerano il metabolismo. A questo proposito, torna il concetto di Agni
esposto in apertura: avere un buon metabolismo impedisce un accumulo di peso e
esso dipende proprio da Agni che, dunque, va mantenuto sempre vivo e
efficiente. Un modo molto semplice per farlo è quello di accompagnare i pasti
con il tè verde tiepido che stimola Agni ha delle proprietà astringenti e un
effetto antifame.
Scendendo dalla teoria alla pratica ecco qualche alimento
che possiamo introdurre o di cui possiamo aumentare nella nostra dieta
corrispondente ai sapori - rasa - di cui si è parlato precedentemente:
PICCANTE: pepe, peperoncino, zenzero, aglio, cipolla,
ravanelli.
AMARO: spinaci, cicoria, curcuma, rabarbaro, pompelmo,
verdure a foglia verde
ASTRINGENTE: legumi, cachi, miele grezzo, frutta acerba,
finocchi, mirtilli, rosmarino.
Nella cultura ayurvedica, il pasto ha un’importanza quasi
sacrale per il benessere dell’individuo che, attraverso una corretta
alimentazione, può sia curarsi che mantenere la salute. Se il corpo è la nostra
casa, i mattoni sono i cibi assunti; se questi sono di scarsa qualità, anche la
casa ne risentirà e prima o poi emergeranno delle storture.
“Un uomo dotato di autocontrollo, benedetto dagli uomini
nobili, che fa una dieta sana, vive per cento anni libero da malattie” - Caraka
Samhita.
Nessun commento:
Posta un commento