giovedì 14 gennaio 2016

La cardiopatia

Con il termine hrdroga non si indica soltanto l'insieme delle malattie che colpiscono il cuore ma tutti i disturbi che si verificano nella regione cardiaca, compresa la pressione esercitata sul miocardio dei gas presenti nello stomaco o nel colon che, con il tempo, può danneggiare il cuore. Il Cuore è la radice del Canale del Rasae di quello del Prana, nonchè sede di Ojas, la mente, e della coscienza. Non vi è dubbio che i veggenti che formularono l'Ayuveda fossero consapevoli dell'importanza del cervello e questo assunto va interpretato nel senso che la coscienza risiede per lo più nel cuore, sia che noi ce ne rendiamo conto oppure no. Le cause principali della cardiopatia sono l'eccessiva attività pensante e le troppe preoccupazioni, ovvero l'abuso delle mente ed un sovraffaticamento dell'organo in cui essa risiede per la maggior parte del tempo. Il concetto di attività pensante comprende sia i pensieri lineari sia le emozioni; quando l'individuo non dà libero sfogo ai propri sentimenti, questi opprimono il cuore e lo indeboliscono. Questa potrebbe essere una delle ragioni per cui gli uomini, ai quali viene insegnato a controllare le proprie emozioni, sono soggetti ad infarto con una frequenza maggiore rispetto alle donne; inoltre gli uomini appaiono spesso più diffidenti e tendono ad arrabbiarsi con più facilità, due comportamenti che danneggiano il cuore. 
Questi fattori mentali, interagendo con altri di natura fisica, danno origine alla cardiopatia. Le cause provocano l'aumento di vata, come l'eccessiva attività fisica, l'inibizione di impulsi naturali ed il superlavoro aggravano questo dosha e provocano spasmi nel sistema circolatorio. Quando pitta si aggrava, favorisce l'insorgenza di infiammazioni, con conseguente costrizione dei vasi. Le cause che provocano l'aumento di kapha come il consumo di cibi pesanti, freddi e viscosi, la vita sedentaria e l'abitudine di dormire durante il giorno, incrementano l'umidità del corpo e intasano i vasi di ama (quando il colesterolo, una sostanza nutritiva essenziale, appare dove non dovrebbe, è "non digerito" e perciò una forma di ama). Le infiammazioni del cuore sono dovute in larga misura a pitta; le alterazioni del battito cardiaco e della capacità del cuore di pompare il sangue sono provocate soprattutto da vata mentre l'insufficienza cardiaca congestiva, che spesso insorge come conseguenza di un'eccessiva presenza di "umidità" nell'organismo, è spesso originata da kapha. Esiste anche una forma di cardiopatia provocata dai parassiti, di cui possono essere responsabili uno a più dosha. l'ipertensione è solitamente dovuta ad un innalzamento di pitta
I sintomi generali delle malattie cardiache comprendono svenimenti, febbre, tosse, singhiozzo, dispnea, alterazioni del gusto, sete, alterazioni della coscienza, vomito, aumento di kapha, dolore, perdita di appetito ed edema (in particolare a carico dei piedi, soprattutto alla sera). La maggior parte di questi sintomi possono evolvere in malattie a se stanti oppure i complicanze della malattia.
La cura della cardiopatia inizia con l'eliminazione della causa, ovvero delle preoccupazioni e dei pensieri che impediscono al sangue di affluire in modo adeguato all'organo. In genere la purificazione diretta è sconsigliata, tuttavia va mantenuta la motilità di apana  e dell'intestino. Fra i farmaci impiegati nel trattamento della cardiopatia sono comprese, in base alle alterazioni dei dosha, le seguenti sostanze: enula campana, ghee medicato, Dashamoola o arjuna, preparati a base di solfuro di mercurio, a base di noce vomica purificata, che contiene la stricnica che tonifica e attiva il muscolo cardiaco; radice di oleandro purificata e la polvere di pippali.
L'alimentazione del cardiopatico deve comprendere cibi leggeri e caldi, con abbondanza di aglio (tranne qualora pitta sia alto), cipolla e zenzero. Sia lo zucchero scuro grezzo invecchiato (per almeno sette anni) sia il miele invecchiato (con il passare degli anni aumenta il valore terapeutico di questa sostanza) fanno bene al cuore; il succo di una cipolla media, bevuto tutte le mattine prima di colazione insieme ad un cucchiaino di miele rappresenta un cardiotonico casereccio molto diffuso.
Il paziente cardiopatico dovrà eliminare o ridurre drasticamente dalla propria alimentazione gli zuccheri, i grassi, la caffeina, gli alcolici e tutte le sostanze eccitanti, e dovrà adottare alcune buone abitudini, fra cui la meditazione, l'esercizio fisico e i massaggi. 
Per decenni la medicina moderna ha creduto che l'aterosclerosi fosse un fenomeno irreversibile; sembra invece che alcuni studi recenti abbiano dimostrato quello che l'Ayurveda sa da secoli e cioè che grazie all'adozione di uno stile di vita salutare è possibile eliminare il colesterolo che ostruisce le coronarie, permettendo al sangue di riprendere ad affluire normalmente al cuore. Il dottor Dean Ornish dell'Università della California di San Francisco prescrive ai suoi pazienti un regime alimentare simile a quello contemplato dall'Ayurveda: una dieta quasi completamente vegetariana, che prevede un apporto estremamente limitato di grassi e di sostanze alcoliche e la totatle eliminazione della caffeina.; inoltre egli raccomanda la pratica quotidiana di attività fisica e, cosa più importante, la meditazione, lo stretching ed altre tecniche di rilassamento mutuate dallo yoga.  Il dato più sorprendente è che spesso le ostruzioni scompaiono senza che si sia verificato un significativo abbassamento della colesterolemia. Queste scoperte confermano il risultato di altre ricerche che hanno evidenziato come il rallentamento della frequenza cardiaca tenda a ridurre la formazione di ostruzioni vasali anche in pazienti che continuano a consumare cibi ricchi di colesterolo, e come le persone più calme e tranquille raramente presentino un'elevata colesterolemia, indipendentemente dalla loro alimentazione. Inoltre, è stato appurato che l'immaginario associato alla felicità, alla tristezza, alla rabbia e alla paura è influenzato dalla variazioni cardiovascolari: questo significa che la coscienza esercita un effetto immediato e spesso profondo sul corpo, e sopratutto sul cuore.
E' convinzione comune che per aggredire la malattia cardiaca sia indispensabile un intervento di tipo medico mentre ciò che è realmente indispensabile è cambiare il proprio stile di vita.

Informazioni tratte da : R. E. Svoboda, Ayurveda : vita salute e longevità, Armenia 1994


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