"L'alimentazione è una delle principali fonti di malattia ma, se corretta ed equilibrata, è la prima cura per il nostro corpo. Noi tendiamo ad eccedere nel mangiare poiché quel tipo di cibo in più ci porta ad alienazione mentale. Dovrebbe esserci un limite al cibo che si mangia. Se eccedete nell'alimentarvi siete destinati a sofferenza. Per proteggere e salvaguardare il corpo, il cibo è necessario ma anche questo cibo dovrebbe essere assunto secondo le caratteristiche richieste dai bisogni del corpo. Se si oltrepassa quel limite, il funzionamento del vostro corpo sarà sconvolto da disturbi. La regola d'oro è dunque la dieta, lo stile alimentare che si adotta.
Il nostro peso dovrebbe mantenersi costantemente sui valori di forma senza subire fluttuazioni nei vari periodi dell'anno. Stabilità del peso sui giusti valori vuol dire equilibrio e stabilità della mente mentre ogni aumento o diminuzione del peso indicano che qualcosa non va: sia l'anoressia (mancanza di appetito) che la bulimia (fame nervosa irrefrenabile seguita spesso da sensi di colpa e vomito) dipendono da fattori nervosi. Le continue variazioni di peso rappresentano anche una fatica per l'organismo che, disperdendo le sue energie, sarà più facilmente esposto alla malattia. La salute è la logica conseguenza di una vita disciplinata e sottoposta a regole. Abbiamo aria attorno a noi ma non per questo ne respiriamo più di quanto ne abbiamo bisogno. Mangiare moderatamente è la migliore medicina per evitare malattie fisiche, mangiare ad intervalli regolari, secondo orari ben precisi, fare attività fisica, in modo da digerire bene, alzarsi da tavola con ancora un po' di fame e aspettare di mangiare ancora finché non si sente il bisogno di riempire di nuovo lo stomaco,"
La qualità e la quantità del cibo che mangiamo determinano i nostri pensieri e sentimenti. Il cibo può essere di tre tipi:
Sattvico, quando stimola la pace e l'armonia
Rajasico, quando stimola passioni e desiderio
Tamasico, quando porta alla pigrizia e al torpore.
Il cibo di cui si nutre l'uomo in questa epoca è essenzialmente rajasico e tamasico. I nostri avi facevano due pasti al giorno e gli antichi saggi mangiavano una sola volta al dì. Un asceta (Yogi) è colui che mangia una volta al giorno, un godereccio chi mangia due volte al giorno (Bhogi) e un malato (Rogi) è colui che mangia tre volte al giorno.
Ed inoltre, la compagnia delle persone con le quali il cibo viene consumato, il luogo, i recipienti nei quali viene cotto, le emozioni che passano nella mente della persona che lo cucina e lo serve: tutte queste cose esercitano una sottile influenza sulla natura e sulle emozioni della persona che si nutre del prodotto finale.
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