Sembra che il cancro si sviluppi in organi di particolare significato psicologico per il soggetto. Sebbene sia buona norma iniziare la terapia proprio dalla sede in cui la malattia si manifesta, è necessario estenderla poi a tutto l'organismo: infatti, oltre ad eliminare la malignità dall'organo colpito, è importante ripristinare l'armonia fra l'organo e il corpo per prevenire l'insorgenza del tumore in un'altra sede. Nessuno dei farmaci somministrati da Vaidya Nanal al dottor Agate era mirato ad uccidere le cellule malate che, dopo tutto, rappresentavano soltanto il sintomo della condizione morbosa, cioè indicavano che il midollo osseo non era sano. Anziché eliminare i tessuti non più funzionali, l'Ayurveda cerca di farli guarire, ravvivando il loro fuoco digestivo e nutrendoli. La violenza accresce la paura delle cellule mentre il nutrimento le rassicura.
A poco a poco, il dolore diminuì e, dopo dieci giorni dall'inizio della cura, il dottor Agate cominciò a fare il giro della stanza. Dopo quindici giorni riuscì a raggiungere il bagno e, dopo tre settimane, camminava, autonomamente, senza l'aiuto di alcun sostegno. Dopo un mese dall'inizio della terapia, il paziente era in grado di farsi il bagno da solo. Il dolore migratorio alle articolazioni persisteva ma nel giro di tre mesi scomparve completamente e così anche la febbricola che lo aveva afflitto fin dall'inizio della malattia.
Dopo un mese e mezzo di terapia, Vaidya Nanal modificò la cura, aggiungendo la bhasma d'oro, eliminando lo zolfo, la noce vomica e la perla e sostituendo le pillole di curcuma con Laghu Malini Vasanta. Inoltre, avendo scoperto che il paziente soffriva di una grave forma di stitichezza da almeno vent'anni, gli prescrisse un'enteroclisi a base circa di un etto e mezzo di olio di sesamo, da fare alla sera, raccomandandogli di trattenere l'olio il più a lungo possibile ed almeno per un quarto d'ora. Il dottor Agate seguì il suo consiglio ed ogni sera per tre mesi fece un clistere di olio di sesamo, trattenendo il liquido per tutta la notte.Poi, a partire dal mese di novembre, passò ad un'enteroclisi ogni due giorni. A gennaio, però, si accorse che il suo intestino funzionava regolarmente soltanto nei giorni in cui non praticava il clistere; allora Vaidya Nanal gli suggerì di sospendere le lavande, dicendo: "Adesso non ha più bisogno di enteroclismi; quando una terapia comincia a produrre effetti contrari a quelli desiderati, significa che è ora di cambiarla."
L'epistassi, di cui Agate aveva sofferto per tutta la vita, lo afflisse spesso anche durante la cura. I pazienti soffrono spesso di epistassi e, a volte, muoiono proprio a causa di questa o di altre forme di emorragia. Maggio è il mese centrale dell'estate a Poona e ogni sera, sotto l'influsso di pitta aggravato dalla stagione estiva, il dottor Agate lamentò perdite di sangue per sette o otto ore di fila, dalle sette di sera fino all'una o due di notte, con grave preoccupazione sua e dei suoi familiari. Vaidya Nanal gli insegnò ad immergere un batuffolo di cotone nel succo di gramigna e a fare impacchi nasali per tutta la notte e, se necessario, anche il giorno successivo. Dopo questo trattamento, la frequenza delle emorragie diminuì progressivamente, fino a quando le epistassi cessarono del tutto. "Oltre ad apprezzare le proprietà emostatiche della gramigna" - spiega il dottor Agate - "noi in India crediamo che questa pianta abbia il potere di rimuovere gli ostacoli, in quanto è amata da Ganesha, il dio che elimina gli ostacoli."
Dopo circa sei mesi, gli esami del sangue evidenziavano che i valori dei globuli bianchi cominciavano a tornare alla normalità ma Vaidya Nanal continuò ad ignorarli: si trattava di un dato irrilevante ai fini della sua valutazione del paziente. Un giorno di novembre, nel corso di una delle sue abituali visite all'ammalato, il medico ayurvedico disse: "Lei sta rispondendo bene alla cura ma non potrà mai guarire del tutto fino a quando ci sarà paura nella sua mente. Io posso curare il corpo ma se lei vuole realmente riconquistare la salute deve liberarsi della paura: perciò da oggi deve recitare ogni giorno il mantra Gayatri."
Il mantra Gayatri è un'invocazione al sole, il mantra vedico per eccellenza. Il dottor Agate era agnostico e aveva poca fiducia nei mantra ma poiché credeva ciecamente nel Vaidya Nanal, che lo aveva strappato alla morte, incominciò a ripetere il mantra Gayatri 108 volte al giorno, inspirando, trattenendo il respiro ed espirando in corrispondenza di alcune sillabe, come il collega gli aveva spiegato. Gli effetti non tardarono a farsi sentire: in breve, la paura si dileguò, lasciando il posto ad una fiducia e ad un ottimismo crescenti. Oggi il dottor Agate recita il mantra Gayatri tutti i giorni per più di mille volte al giorno. ⟶ Continua
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