lunedì 14 novembre 2016

Rigenerarsi con i trattamenti ayurvedici

Oggi non è saggio cercare di vivere in modo troppo puro, ci sono troppi inquinanti nell'aria, nell'acqua e nel cibo perché si possa restare totalmente immacolati. E anche se ci purifichiamo completamente, l’ambiente tornerà ad inquinarci di nuovo. Purificarsi non è qualcosa che può essere fatto una volta e poi dimenticato: l'Ayurveda consiglia una purificazione regolare come terapia di mantenimento e di prevenzione, seguita da un programma di ringiovanimento per combattere le destabilizzazioni.
Possiamo provare ad isolarci dalle forze esterne facendo uso di condizionatori, di umidificatori o di riscaldamenti ma ogni volta che lasciamo i nostri bozzoli siamo comunque esposti all'ambiente. Questo riorientamento continuo provoca uno stress incessante. Nel tentativo di creare un ambiente standard, che sia lo stesso per tutto l’anno, creiamo invece le condizioni per uno stress continuo.
Tutte le debolezze costitutive sono influenzate dal clima: i problemi di origine vata, per esempio, peggiorano sempre “quando le nubi riempiono il cielo”; più o meno come fanno i nostri vecchi quando dichiarano che la comparsa di dolori reumatici annuncia un temporale. I cambiamenti di clima possono disturbare vata perché vata si altera per definizione ad ogni mutamento, tuttavia ogni costituzione viene influenzata in modo diverso dalle stagioni, intendendo ogni sorta di ciclo temporale.

Vata predomina   -  dopo aver mangiato, prima che abbia inizio la digestione
-       prima dell’alba e nel tardo pomeriggio
-       tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno
-       in vecchiaia   

Pitta predomina   -   durante la digestione
-       a mezzogiorno e a mezzanotte
-       durante l’estate
-       nella maturità

Kapha predomina   -  dopo la digestione, durante l’assimilazione
-       all’alba e al crepuscolo
-       tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera
-       nell’infanzia e nella giovinezza

Il tipo vata trova naturalmente più difficile mantenere l’equilibrio quando in una stagione prevale vata; lo stesso dicasi per i tipi pitta e kapha. L’autunno è la stagione peggiore per i tipi V perché il clima è altamente mutevole e prevalgono perturbazioni con forti venti. Questi individui non devono avviare progetti di una certa importanza in autunno, e anche se nel resto dell’anno hanno piegato dieta e stile di vita alle proprie esigenze, devono ora sforzarsi di rinnovare la propria disciplina senza distrazioni, in modo da mantenere l’armonia in tutti i settori della vita.
I soggetti P devono diventare più rigorosi con se stessi durante l’estate e in ogni periodo eccezionalmente caldo.
I tipi K hanno bisogno della massima disciplina in primavera quando la linfa scorre impetuosa e kapha circola nell’organismo.
Tutti devono fare attenzione, tuttavia, durante il passaggio tra una stagione e l’altra, quando lo stesso clima è incerto e sembra non sapere a quale stagione appartiene. La confusione esterna della Natura si rispecchia nella confusione interna dell’organismo. La febbre primaverile, per esempio, può colpire chiunque, ed è dovuta all'inerzia trasportata dal potente flusso di kapha che si forma a fine inverno.
Una purificazione regolare, costituita dai trattamenti ayurvedici, alimentazione corretta secondo il proprio dosha costituzionale e le stagioni, può controllare il fenomeno. Poiché kapha domina in primavera, l’eliminazione del suo eccesso tra fine inverno e inizio primavera, può prevenire le malattie dovute ad accumulo di kapha. L’eccesso di pitta andrebbe eliminato fra la primavera e l’estate mentre bisognerebbe normalizzare vata tra l’estate e l’autunno.
I rishi indiani crearono feste e tradizioni affinché tutti trovassero facile ricordarsi di modificare la dieta e le abitudini ad ogni cambio di stagione. Il giorno dopo il novilunio più vicino all’equinozio di primavera le popolazioni dell’India occidentale consumano sempre delle foglie di neem al mattino presto, prima di mangiare. Dicono che in questo modo non vi sarà più amarezza per il resto dell’anno; il significato sottinteso di questa frase è che l’amarezza della malattia scompare se si fa uso di una sostanza amara come il neem per controllare il fattore kapha, dominante in questo periodo, il fattore pitta, il cui livello cresce man mano che il clima si riscalda.

In base al calendario indiano, il sole entra in Capricorno il 14 gennaio. In questo giorno si devono mangiare semi di sesamo e succo di canna da zucchero solidificato (jaggery), per poter parlare con dolcezza per il resto dell’anno. I semi si sesamo sono nutrienti e virilizzanti ma difficili da digerire. Poiché il fuoco digestivo è più forte in inverno quando è necessario del cibo in più per mantenerlo caldo, il consumo dei semi di sesamo e di jaggery aiuta a preservare la forza fisica. Ciò migliora il funzionamento (la parola) e l’efficienza (la dolcezza) di tutti gli organi di senso in vista dei prossimi mesi, quando si avrà a che fare con i dosha alterati.
Il clima è un elemento importantissimo nella vita di ogni essere mortale, e vivere secondo il ritmo della natura è il solo modo per rimanere sani.

R. E.. Svoboda – Prakriti: la struttura fisica dell’uomo, Ed. Mediterranee

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